Erboristeria

L’uomo fin dall’antichità ha imparato a conoscere le piante per poterle utilizzare a scopo alimentare, cosmetico e terapeutico, sfruttandone le innumerevoli e straordinarie virtù. 
Le preparazioni che si possono ottenere dalle piante officinali sono molteplici e versatili.  Tra le più comuni troviamo:

  • le tisane, si preparano per infusione o decozione

  • le tinture, in cui il principio attivo viene estratto mettendo la pianta in un solvente (solitamente alcool etilico ed acqua, rum o vino). 

  • gli sciroppi, composti privi d’alcol a cui viene aggiunto dello zucchero. Sono perciò particolarmente adatti anche ai bambini. 

  • macerati glicerici sono composti in cui il corpo vegetale è rappresentato da gemme e giovani getti che si lasciano a macero in una miscela di acqua, alcool etilico e glicerina, seguendo il sistema dell’antica farmacopea francese.  

  • Le polpe e succhi vengono preparati riducendo in poltiglia la pianta mediante mortaio, frullatore o estrazione.

  • gli olii essenziali sono estratti per distillazione di vapore, usati sia per via topica che per ingestione. Questa seconda modalità deve avvenire sotto le istruzioni e osservazioni di un esperto, in quanto la forte concentrazione di principio attivo rende questi preparati molto efficaci, ma anche soggetti a possibili effetti collaterali. 

Tra i preparati che possiamo utilizzare per via topica troviamo creme, unguenti, pomate e cataplasmi.
Le soluzioni sopra riportate sono solo alcune tra le più utilizzate nella farmacopea erboristica. L’erba officinale infatti ha il grande vantaggio d’essere versatile, sia nella lavorazione che nelle possibilità d’utilizzo, pertanto il campo d’azione è molto più ampio di quanto sopra indicato.

 
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Erboristeria: un aiuto prezioso dalla natura

L’erboristeria è un sistema di cura che prevede l’utilizzo di piante o estratti di piante al fine di ristabilire o mantenere equilibrio e stato di salute della persona. 
Sin dai tempi antichi l’uomo imparò a riconoscere virtù e proprietà terapeutiche delle erbe medicinali, sfruttandone il potere curativo. 

L’erboristeria non è una medicina alternativa, ma fa parte di veri e propri sistemi di cura naturali. L’effetto dei principi attivi dei fitopreparati estratti dalle piante è infatti riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in quanto scientificamente provato. Il campo di applicazione delle piante officinali è piuttosto vasto. Vengono utilizzate sia come strumento efficace di prevenzione di malattie che per la cura di disturbi e patologie a carico di organi e sistemi. Risultano esser inoltre un valido supporto anche nei confronti della medicina allopatica, che spesso le usa per potenziare l’efficacia dei medicinali di sintesi o limitarne gli effetti collaterali.

Storia

In diverse culture e tradizioni piante e fiori venivano usati dall’uomo a scopo curativo, ma anche durante cerimonie o iniziazioni. 
Medici e curatori iniziarono a studiare e catalogare l’effetto delle singole erbe attraverso una serie innumerevole di esperienze dirette.
In principio uno dei sistemi più utilizzati per conoscere le caratteristiche delle piante e poter distinguere quelle velenose da quelle commestibili e curative era quello di osservare il comportamento animale in relazione al mondo vegetale...  nacquero così i primi erbari e manuali di piante ad uso fito-alimurgico, in cui venivano catalogate e riportate caratteristiche ed effetti delle diverse specie vegetali.  
L’utilizzo delle piante nella cura di malattie assunse con Ippocrate (medico greco del 430 a. C.) carattere sempre più scientifico. Egli introdusse il concetto innovativo secondo cui malattia e salute di una persona non dipendono tanto dall’intervento divino, bensì da fattori legati alla persona stessa. Fu il primo a studiare l’anatomia e la patologia umana, arrivando ad elaborare la “teoria degli umori”, secondo cui la salute di un individuo è intimamente connessa all’equilibrio dei quattro umori (terra, acqua, aria e fuoco) di cui è costituito.

Le erbe officinali rappresentavano una delle cure allo squilibrio per eccesso o difetto di uno di questi umori. I rimedi erboristici sono in grado di riportare equilibrio in organi e sistemi scompensati. Se per esempio ci troviamo di fronte ad un eccesso di calore potrà essere utile una pianta con proprietà rinfrescanti, se invece vi è un difetto di calore è possibile sfruttare erbe o spezie riscaldanti

Dioscoride (medico greco vissuto a Roma nel I sec d. C.) è considerato il padre della farmacologia.
Egli raccolse tutto lo scibile terapeutico della cultura egiziana, greco-romana e medio-orientale in una delle più grandi opere di catalogazione del mondo vegetale per uso terapeutico, il “De Materia Medica”, la quale, fino al 1500, rappresenterà il testo di riferimento per tutto il mondo medico accademico.
Galeno (medico greco nato a Pergamo nel II° secolo d.C.) fu uno studioso sia delle teorie di Ippocrate che di quelle di Dioscoride, portò ulteriori innovazioni nell’utilizzo delle fito-preparazioni. Iniziò a fare distinzioni tra l’uso di un’unica pianta, che definì “semplice”, a quello di più piante associate “composti”, che abbiano tra loro azione sinergica.
Elaborò sistemi d’estrazione dei singoli principi attivi attraverso solventi naturali come l’olio, l’aceto, il vino, tant’è che ancora oggi si parla di “preparato galenico” per indicare l’arte di formulare, preparare ed associare più piante insieme.

Con l’avvento del Medioevo la fitoterapia divenne una pratica ad appannaggio degli ordini monastici. Nacquero in questi ambienti gli “orti dei semplici”, veri e propri osservatori botanici dove si coltivavano, studiavano e trasformavano differenti piante ed erbe che venivano utilizzate nella farmacopea (tradizione degli erbai). Il malato veniva curato direttamente dai monaci all’interno delle abbazie che erano fornite di infermerie, farmacie e giardini botanici da cui poter attingere direttamente i rimedi.
Nello stesso periodo la fitoterapia venne arricchita dalle conoscenze arabe che si stavano diffondendo su tutto il territorio occidentale grazie alle influenze delle popolazioni che arrivavano dal medioriente.
L’intensificazione delle relazioni e degli scambi commerciali tra Oriente ed Occidente permise l’acquisizione di nuove conoscenze teorico-pratiche e specie vegetali da sfruttare in ambito farmacologico, estetico e culinario. Si diffusero nuovi medicamenti vegetali (Cannella, Noce moscata, Noce vomica, Canfora, Tamarindo, Senna, Manna), nuove preparazioni farmacologiche (sciroppi, tinture, distillati).

Sempre nel periodo medioevale, intorno all’XI° sec d.C., troviamo la “Scuola Salernitana” che rappresenterà il primo e il più importante centro di studi e di ricerca medica d’Europa, è considerata antesignana delle moderne università. La Scuola approfondiva e ampliava gli studi di Galeno, Ippocrate ed altri studiosi della tradizione greco-latina, integrando nozioni che arrivavano dalle culture araba ed ebraica. Essa riveste un ruolo fondamentale nella storia della medicina sia per le innovazioni metodologiche, ma anche grazie all’introduzione di sistemi basati sulla profilassi e la prevenzione. Nella Scuola Salernitana la presenza delle donne come studiose e curatrici era riconosciuta e considerata fondamentale, tant’è che svolsero un ruolo particolarmente importante nella trasmissione e nell’insegnamento dei saperi legati alle arti mediche. Emerse all’interno di questi ambienti la figura della “Mulieres Salernitanaes”, rappresentata dalle donne che operavano nella scuola stessa.

Negli anni della rivoluzione industriale e tecnologica lo sviluppo scientifico e l’affermazione della chimica pura tra il XVI° e XVIII° secolo permisero di ottenere il primo principio attivo in forma pura, si iniziano ad estrarre le molecole.
Nel 1803 il farmacista tedesco Sertùrner riuscì ad isolare la molecola della morfina partendo dalla pianta dell’oppio. In questo periodo l’utilizzo delle preparazioni farmaceutiche a base di droghe vegetali diminuì drasticamente a vantaggio delle molecole pure, le piante venivano utilizzate principalmente per estrarre i principi attivi in forma pura. Con l’avvento della chimica organica sintetica, successivamente, si inizierà a riprodurre in laboratorio le stesse molecole presenti in natura fino all’elaborazione dei farmaci di sintesi.

 
 
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Fitoterapia oggi

i sistemi di cura naturali, che si basano sulla prevenzione, stanno ritornando largamente in auge. Le piante medicinali vengono utilizzate tali e quali sotto forma di decotti o infusi, oppure lavorate con sistemi di estrazione utilizzando solventi naturali (alcool, vino, olio, etc.).
Vi sono metodi moderni di lavorazione che portano risultati estremamente differenti: troviamo i distillati, da cui si ricavano gli olii essenziali; gli estratti secchi, dove i principi attivi vengono concentrati e ridotti in polveri incapsulate in gelatine vegetali o rese compresse; si possono trovare in commercio sciroppi e succhi freschi estratti direttamente dalle piante.
L’erboristeria e la fitoterapia rappresentano un valido supporto per mantenere o recuperare la salute. Sono preziose alleate della medicina allopatica, in quanto i rimedi naturali tendono ad enfatizzare l’azione dei farmaci o ridurne gli effetti collaterali.

Possiamo imputare questo ritorno alle medicine complementari e alle cure naturali ad una crescente sensibilità da parte delle persone rispetto a temi legati alla salute olistica, alla maggiore informazione relativa al valore della prevenzione delle malattie, ai minori effetti collaterali paragonati a quelli delle medicine sintetiche, tant’è che l’industria farmaceutica oggi ha dimostrato un crescente interesse verso lo studio delle piante officinali, sia per l’estrazione di nuove molecole, sia per lo sviluppo di farmaci fitoterapici rispondenti ai criteri di efficacia, qualità e sicurezza.