Natarajasana

Una delle deità più significative del pantheon indiano, che ha ispirato e condizionato il darśan yoga e la filosofia induista, è sicuramente la figura mitica di Śiva. 
La genesi di Śiva muove da una lenta evoluzione ed è frutto dell’assimilazione di deità minori rintracciabili nel periodo pre-ariano e vedico. Molti studiosi infatti concordano nell’accomunare la figura di Śiva a quella di Rudra, il selvaggio signore delle bestie, padrone dei fulmini e dei lampi, dio della distruzione e della tempesta. Egli era una creatura terrificante munita di frecce, in grado di procurare atroci malattie contro chiunque scatenasse la sua collera. La forza distruttrice che Rudra opera in natura e sull’uomo con Śiva si fa più raffinata e sottile manifestando i suoi effetti non più nella materia, ma a livello macro-cosmico. 

 

La figura di Śiva incarna in sé aspetti apparentemente contraddittori. Egli è l’implacabile e temibile distruttore (Hara), ma anche il più calmo degli asceti (mahāyogin), assorbito costantemente nella beatitudine (ananda). Śiva racchiude qualità duali che tuttavia non sono in contrapposizione bensì si relazionano tra loro in un rapporto di complementarietà da cui scaturiscono unità e armonia. 

 Uno dei nomi attribuiti a Śiva è Nataraja, dio della danza. Egli risiede sul monte Kailasa, dove attraverso vorticose danze diviene distruttore e creatore di mondi, generando un ciclo continuo di vita, morte e rinascita. La  padronanza del fuoco (agni) e del desiderio (kama) gli permette di portare i sensi e la mente sotto il controllo della consapevolezza, incarnando le qualità del perfetto asceta. In molte iconografie lo troviamo immerso in pratiche di contemplazione e meditazione. Chiamato anche col nome di Yogindra, il signore di tutti gli yogi, dona  loro la forza e la determinazione necessarie a mantenersi saldi nella pratica della sadhana.

Śiva, insieme a Brama e Vishu, rappresenta uno degli aspetti che sottende la realtà ultima insita in ogni fenomeno della nature. La creazione, secondo l’antica visione indù,  viene  concepita come l’espressione di tre forze  (trimurti) dove Brahman è il creatore, Vishnu il conservatore e Śiva il distruttore. Queste tre energie si sostengono reciprocamente, sono inseparabili tra loro e mantengono in equilibrio tutto il creato.  

Natarajasanaè la posizione dedicata a Śiva quale Signore della danza. La sua danza è chiamataAnandatandava, ilsuo movimento vorticoso spiraliformerappresenta la natura mutevole della materia e il ciclo ininterrotto di creazione e distruzione a cui essa è sottoposta.